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Piccola presentazione della Campeggio, attualmente sotto il Comune di Monghidoro (Bologna) estratta, in originale,  dall'opera:
 "Le Chiese Parrocchiali della Diocesi di Bologna - Ritratte e descitte - Bologna Litografia Marchi e Corty - Tipografia di San Tommaso D'Aquino - 1844".

 

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Lungo il cammino da Bologna a Firenze e giunti a Madonna de' Boschi, piega il cammino a sinistra della Via, oltre Loiano e scende per un tratto di strada nuova e conduce a Campeggio.
Il quale borgo antichissimo fondato forse anzi al mille, ed avente la gloria d'aver dato nome ed origine alla nobilissima famiglia "Campeggi", che fino al Secolo XVI mantenne il cognome "Campeggi".

Primo stipite di lei sembra essere stato un "Lorenzo", al quale come pertinente ad un ramo della famglia de' conti "Ubaldini" signori di Loiano, nella divisione che fecero de' beni posseduti, dovette toccare Campeggio di cui ebbe la Signorìa, ponendovi stanza, e togliendone il nome.

Troviamo infatti, che da Campeggio si chiamò il figliuolo Ugolino, guerriero valorosissimo, e a 40 anni capitano generale de' Pisani, conquistatore di città e castella molte; vincitore appo Roma de' Guelfi, quindi per terra, e per mare dei Re di Boemia e d'Ungheria, al quale venuto in decrepita età ponevasi nel Duomo di Pista questa Iscrizione:

CAMPEGII NOMEN POTERIS COGNOSCERE SI QUID
IN TUMULTO SYLLAE SCRIBITUR INSPICIRS:
NEMO ME AMICUS IN BENEFICENTIA,
NEMO INIMICUS IN FERENDA INJURIA SUPERAVIT.

Di questo Ugolino e di Mattea della Casa da Camino, già signore di Treviso, nasceva Donato, ricchissimo gentiluomo, leggista eccellente, e prode guerriero, il quale trapiantava in Bologna quel ramo della famiglia Campeggi, che poi nel 1728 v'inaridiva totalmente.

E poichè lungo e inopportuno sarebbe qui l'enumerare i molti che illustrarono questa famiglia, dirò più presto, come s'ignori, se i Campeggi parteggiassero per i "Lambertazzi", o "Geremei", e se seguendo lo esempio degli "Ubaldini" vendessero anch'essi nel 1276 al Comune di Bologna i luoghi che avevano soggetti.

Certifica però il Savioli, che tanto in questo secolo, che ne' due precedenti Campeggio sottostava a particolari Conti, che al peggio.

Se il domandiamo al Calindri, el propende a credere che torreggiasse, o su quel monticello, che sovrasta la Chiesa parrocchiale, e dicesi la "Corte", onon piuttosto, per quanto indicava il Casolari sul monte, detto "la Rocca" (Volgarmente "Bocca") del "Novoletto, o Nuvoleto"; e ciò perchè l'uno e l'altro di questi luoghi dominano l'antichissima via maestyra o reale, che da Bisano per campeggio conduceva da Bologna in Toscana.

E poichè null'altro m'è dato investigare delle antiche memorie di Campeggio, dirò seguitando, che questo è paese d'aria buona, ove se nascono poche le uve, le frutte, le ghiande, e le canape; molte sono invece sono le castagne, la legna da fuoco, le sete, i fieni, e i pascoli.

Dà poi molti, e ottimi formaggi, e raccolti non larghi di grano e marzatelli.

Una delle buone industrie de' Campeggesi è il lavorare ne' Cappelli di paglia.

Il terreno è in parte sassoso, in parte arenoso; e nelle basse cretoso misto d'argilla.

Fra il sassoso sono il galestro, il tufo, e la pietra serena; ed è questo de' territori bolognese uno de' più abbondanti di cose rare, e di miniere e cave, essendovi strati di pietra serena atti a molti lavori, scogli calcarei, ferruginosi, cave di pietra cittadina; e un sasso calcareo, venuto a maniera di radica di noce, o di legno d'abete, giallo cupo, e giallognolo a vicenda; con macchia in mezzo di colore di fior di persico, altri di cenerino, venato  foggia dell'altro, ma di colore rosso di resa, e rossigno a vicenda (Calindri. Diz.Cor. Vol.3 p.17 e 18).

Molto più notevole, e forse più utile, è un grande ammasso sassoso minerale, che s'interna fin anco nella Toscana verso il Sasso di S. Zenobio; e promette ferro, rame, e vitriolo.

Sono da quel lato, il quale è quasi tutto pascolo a sodo, e in piccola parte boschivo, vari termini piantativi nel 1724, e 1734 a segnarvi il Confine de' due stati Pontificio, e Toscano.

Otto sono i Borghetti, o ridotti di case, che formano Campeggio (secondo che ricorda il Cakindi):
- Cà de' Bartoli,
- Cà de' Martini,
- la Pergola,
- il Pericoloso,
- Casale,
- Ronco Nadè,
- Frassineda
- Sombilla o Semivilla.

E' poi abitato da 739 anime, locato nel Governo di Loiano, e Comune di Monghidoro, distando 24 miglia da Bologna, e confinando colle Parrocchie di: Gragnano, Querceto, Piancàldoli (ch'è Diocesi d'Imola e Stato Toscano), Scaricalasìno, Lognola, Roncastaldo, e colla Pieve di Monghidore.

Da tuttociò discendendo a parlare della Chiesa parrocchiale di Campeggio, dico di essere ella di molta antichità, trovandosi già esistere nel 1366, e 1378, dipendente allora dalla Pieve di Barbarolo, da cui verso il 1780 la riceveva quella di Monghidore.

Checchè siasi de' tempi i più lontani, è certo, che fin dal principio del Secolo XVI fu sempre di libera collazione della Mensa Arcivescovile.

L'interno di questa Chiesa, che ne lascia scrogere tuttavia la origine antica, ha quattro altari, sul maggiore de' quali si venera S. Prospero titolare della Parrocchia, a cui festeggiasi solennemente a dì 27 Giugno.

Questo Santo è rappresentato in quadro in tela con S. Gio. Battista, e S. Francesco, opera del "Cavedoni" modenese.

Il Coro, e le due sagrestie laterali vennero edificate dal 1779 al 1782 con pecunia del parroco, e de' popolani.

Il secondo altare è in onore de' Ss. Sebastiano e Rocco, i quali, con Maria Santissima in gloria, veggonsi effigiati in quadro, dono fatto da' popoli devoti, quando fiera pestilenza disertava spaventosamente l'Italia nel 1630.

 Il terzo è sacro alla B. V. del Rosario, veneratavi in statua di stucco, con quadro intorno de' 15 Misteri, usciti dal pennello di Gabriele Ferrantini.

In questo altare fu fondata nel 1622 la Confraternita, di che conservasi la Bolla nell'Archivio Parrocchiale.

Il quarto, ed ultimo altare è in onore della Madonna del Carmine, sotto la invocazione della quale nel 1640 fu eretta altra pia Confraternita.

La torre delle Campane di bella e svelta costruzione (80 piedi alta) veniva edificata al principio del secolo XVIII dal parroco Pier Domenico Michelini, donato da Parrocchiani nel 1788 l'orologio che è in essa, e fuse testè dal Golfieri le tre Campane che contiene.

Lo stesso parroco, che governò Campeggio per dieci lustri, dal 1697 al 1747, vi costrusse nuova e comoda canonica, la quale otteneva poter godere sua vita durante, con Bolla di Benedetto XIV (15 settembre 1745), quando spontaneo rinunzio la cura a D. Giacomo Antonio Michelini, il quale nel 1780 fè rimodernare la Chiesa, decorata a 10 Febbraio 1801 del titolo di Arcipretale con Breve di Pio VII.

Ha poi questa la Fonte Battesimale da tempi antichi, ed è fornita di buon Organo; e di magnifici sacri paramenti operati in oro in argento, e in vaghi ricami, i quali l' Arciprete D. Bartolomeo Baciali, comperava e procacciava in gran parte, quando a' tempi Napoleonici si vendevano a bassi prezzi.

Oltre ciò la Chiesa possiede, per dono dell'attuale M. R. Sig. Arciprete D. Nicola Massarenti uno Stendardo, non ad altro secondo, nè pei ricchi ornati, nè per l'oro profusovi, essendo poi di tanta eleganza e maestria d'intagli.

Che vinta la materia è del lavoro.

Nè a ciò ristansi la larghezza del benemerito pastore vi aggiunse due Lanternoni sull'aste (volgarmente Lampioni), anch'essi di singolare lavoro; e due Segni od ornamenti per ricoprire gli scaffali dell'altare assai leggiadri e tutti d'argento.

E poichè il suddetto Sig. Arciprete agli abbellimenti della Chiesa congiunse anche quelli della politissima e decorosa Canonica si può ben dire essere egli stato tutto compreso da quel detto del coronato Profeta (Salmo 25, v.8) "Io ho amato lo splendore della tua casa".

Oggetto delle incessanti benefiche cure del Sig. Arciprete furono poi anche, e i luoghi vicini alla Chiesa, e a tutta la Parrocchia;  conciossiachè laddove Campeggio un nove anni addietro non presentava all'occhio, che greppi disadorni, macchie di sterpi e di rovi, pietre coperte di eriche e di muschi, ora fa bella mostra di terreni ben coltivati, di vigneti disposti in ordine bellissimo, di pratelli, novali, e vaghe selvette; talchè tanta amenità ti rapisce e t'inganna a modo da crederti più presto in mezzo a deliziosa pianura; che su d'una montagna che fu già sì orrida e mai culta.

Ma quello che vince tutto ciò, è la vaga e dilettosa vista che s'apre a riguardanti dirimpetto alla Chiesa formata da un'ampia strada di figura quadrilunga, sostentata a lati da un muro, notevole per semplice eleganza, e per saldezza congiunta alla comodità, siccome quello che offre alle genti un sedile 160 piedi lungo.

Ha questa superiormente un lungo filare d'alberi piantati di quà, e di là, tutti per diritto e ad uguali distanze, con frappostivi sedili di macigno di maestrevole lavoro.

Appresso è un muro di 197 piedi elegantissimo, e perchè tutto lavorato a scalpello; e perchè di bella ed accurata architettura, e questo apresi a metà e raggirandosi a foggia di semicircolo va a terminare in due superbi pilastri che fanno fronte alla strada che guida al Cimitero.

Tre Oratori sono in questa Parrocchia.

Principale di essi, ed avuto la grandissima venerazione, a cui sempre grande è l'affollato concorso dei devoti popoli è il Santuario della Madonna dei Boschi, detto volgarmente la Bocca (Rocca scrive il Calindri) del Nugoletto, o Novoleto, lontano un miglio dalla Matrice, e locato in sulla strada postale che da Bologna mette a Firenze.

Fino dal 1616, o 1626 era sovra un pilastrino di mattoni colli una Sacra Immagine della B. V. di S.Luca; e perchè spargeva questa grazie innumerevoli attraeva la devozione e il concorso de' vicini e lontani popoli, avanzaronsi talmente le limosine e le offerte che in segno di venerazione, e in rendimento di grazie alla Regina del Cielo nel 1680, donato il terreno dalla famiglia Prosperi, le si potè erigere la Chiesa che or vedesi ampia, maestosa e di buona architettura, con sua volta di pietra, tre porte e tre alatri: di cui il maggiore è sacro alla B. V. di S. Luca, e de' minori l'uno alla B. V. Addolorata, levato dalle fondamenta nel 1781, in luogo d'altro, che vi era dedicato al SS. Crocifisso.

E' in questo altare che fino al 1723 è fondata la Confraternita del Suffragio, o dell' Addolorata, numerosa di ben 4000 confrati, e consorelle fin da tempi del Calindri.

Il terzo altare è dedicato a S. Giuseppe con quadro reputato di buon pennello.

Le sculture e ornati di plastica che adornano la Chiesa, e gli scaffali de' tre altari furono fatti nel 1785 da Antonio Gambarini bolognese, scultore di nome, spesovi un bel denaro dal parroco Baciali il quale nel 1790 ne faceva rimodernare anche la sagrestia.

Nella Canonica congiunta alla chiesa, che serve da sussidiale a Campeggio, risiede di continuo un Cappellano Custode, che si nomina dal Parroco.

Il secondo Oratorio molto antico, e che il Calindri opina fosse lo stesso che nel 1366 era Parrocchia col nome di S. Maria de Cella Mazolaria, è dedicato a M. V.Assunta, sorge nella popolatissima Villa di Frassineta, fu anch'esso sussidio di Cura; e pertiene agli abitatori di quel Villaggio, che nel 1786 l'avevano rabbellito notevolmente, erettovi di nuovo il muro, che è a mezzodì.

Trovandosi ora molto squallido e scaduto è stato ampliato e restaurato dal Sig. Arciprete Massarenti.

Il terzo Oratorio che vedesi a Cà de' Gironi è in titolo di S. Abramo Eremita, fu eretto sulla fine del XVIII secolo, e spettava allora alla famiglia Lorenzini, cui è succeduta quella di Gio. Serantoni.

(Autore del testo presente sul TOMO è firmato: G. F. Rambelli)

on 27 Agosto 2021

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