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Mons. Adolfo Agostoni

Nativo di Monte S. Pietro, fu ordinato sacerdote nel 1881.

Resse la parrocchia di Barbarolo dal 1893 al 1925; qui morì, il 17 luglio all’età di 66 anni.

Promosse la vita religiosa ed economica; generoso con tutti, beneficò particolarmente gli alunni poveri del seminario.

Era cameriere segreto di Sua Santità.

Questa può definirsi una breve nota di necrologio.
Ma è bene dire qualcosa di più, ed ecco allora che nei ricordi della mia infanzia e adolescenza trascorse a Barbarolo c’era ancora viva la testimonianza di ammirazione, di affetto e stima dei vecchi parrocchiani verso Mons. Adolfo Agostoni.

Dicevano, i poveri della Parrocchia li sfamava lui;
I braccianti disoccupati li impegnava nelle terre del Beneficio Parrocchiale per lavori di miglioria e di bonifica.

Adottò il salario a “ore” contro il sistema allora vigente del salario a “giornata”, che comportava la prestazione d’opera dall’alba al tramonto ( da buio a buio, come si usava dire a quei tempi) e inoltre la paga settimanale, contro il costume, di allora vigente, di fare i conti con i braccianti una volta l’anno, con qualche acconto intermedio.

I braccianti che lavoravano nel Beneficio Parrocchiale di Barbarolo, ogni domenica mattina, dopo la Messa, uscivano dalla casa canonica con la busta paga, invidiati da tutti.

Uomo dalle grandi intuizioni sociali volle costituire in Barbarolo  una “Cassa Rurale di Depositi e Prestiti” che avesse come finalità il “miglioramento economico, morale e religioso dei suoi soci mediante operazioni di credito ed atti commerciali, escluso qualunque fine politico”.

L’Atto Costitutivo porta la data del 3 Novembre 1901.

Si pensi, per esempio, cosa poteva significare per chi veniva a trovarsi in urgente necessità, ottenere dalla Cassa Rurale un prestito, a basso tasso di interesse, senza dover ricorrere agli usurai !.

Studioso ed esperto di agricoltura promosse conferenze per la sua gente e divenne prezioso consigliere per una migliore economia agricola.

Promosse con grande passione questo settore per il miglioramento delle condizioni della sua popolazione.

Tutto questo era dentro al suo grande cuore di pastore, che certo non si fermava agli aspetti materiali, ma era pieno di zelo per la vita spirituale e religiosa della sua gente.

Cito soltanto ciò che i nostri vecchi amavano ricordare di più: il catechismo agli adulti nei pomeriggi delle domeniche, fatto con tanta forza e sostanza di dottrina e nello stesso tempo con semplicità; lezioni avvincenti che vedevano ogni domenica la chiesa di Barbarolo piena.

Va ricordato inoltre lo zelo per l’Azione Cattolica, l’amore al Seminario (durante le vacanze estive ospitava diversi seminaristi bisognosi di aria di montagna).

Dicevano, i nostri vecchi di Barbarolo, con una grande punta di orgoglio e di commozione, che allorchè Mons. Adolfo Agostoni si recava, invitato, in qualche parrocchia della zona per celebrazioni liturgiche, la gente di quelle parrocchie non mancava mai di esternare la propria stima e venerazione, sentendosi onorata della presenza dell’Abate Agostoni.


Nato e vissuto a Barbarolo, ho sempre custodito queste testimonianze come memoria preziosa, che ora sono ben contento di tramandare per onorare un Pastore d’anime che è passato amando e beneficando tutti.

Mons. Adolfo Agostoni morì a Barbarolo.

La sua salma fu portata al cimitero di Monte S. Pietro 

 

(memorie scritte del 30 settembre 1996 dell’abate Don Giorgio Paganelli)

 

Don Aldo Zanetti

Cappellano a Barbarolo fu per 26 anni con Mons. Adolfo Agostoni e 4 con don Ugo Trerè.

Fu poi mandato come parroco a Scanello dove morì per una caduta sul ghiaccio mentre si recava a Quinzano il giorno di Natale del 1939 per celebrarvi la S. Messa.
Gli successe, nel 1940 Don Carlo Monari.

Il ricordo di Don Aldo Zanetti mi è stato ricordato da Don Giovanni Maurizi, nativo di Barbarolo e Parroco a Baricella.

Don Aldo era umile e aveva soggezione di tutti i suoi confratelli; era l’uomo della preghiera, passava ore in chiesa, sempre in ginocchio nella preghiera e nell’adorazione al Santissimo.

Era particolarmente dedito al catechismo ai fanciulli.

Era pieno di forza e salute, anche se aveva funzionante solo un polmone.

Andava a capo scoperto sia d’estate che d’inverno, totalmente calvo.
La finestra della sua camera, prospiciente la piazza, era sempre aperta di giorno e di notte, anche quando nevicava.

Nella buona stagione non si fermava molto in casa, andava al Lughetto, il fondino a lui affidato dal parroco, da cui ricavava ben poco, ma il necessario per le sue spese personali e per fare elemosine.

Portava con se il breviario e la Corona del Rosario.

Se qualcuno lo cercava sapeva di trovarlo sicuramente in un praticello verde, accanto alla casa del Lughetto, all’ombra di un querciolo, intento alla preghiera.

Non so se a Scanello esista qualche persona anziana che ricordi altri particolari di Don Aldo Zanetti e potesse fornire di lui altre utili notizie.

 

(memorie scritte del 19 Aprile 2010 dell’abate Don Giorgio Paganelli)

Pubblicato: 07 Giugno 2014

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