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riprende la narrazione don Giorgio - parte 2° - don Ugo Trerè

 

(riprende la narrazione don Giorgio)

 

"Ho così ricopiato quanto don Giovanni Maurizzi aveva steso in malacopia.
Come si aè potuto notare, alcune volte la narrazione è rimasta sospesa; forse Don Giovanni si riprometteva di tornare sopra l'argomento e certamente mettendo tutto in buona copia avrebbe corretto e completato.

Prima di procedere a parlare del successore di Monsignor Agostoni, ritengo opportuno ricopiare dal "ricordino funebre" quanto fù scritto dello stesso Mons. Agostoni:

"Il 17 luglio 1925 reclinava serenamente il capo alla morte in età di 66 anni Mons. Adolfo Agostoni Abate Parroco di Barbarolo.
L'indole schietta, l'ingegno aperto, l'incamminarono fanciullo per le vie del Signore.
La pietà, la fortezza, la prudenza lo resero sacerdote esemplare, pastore d'animo benemerito.
Conscio delle urgenze dei tempi coltivò l'Azione Cattolica.
Ai fini di essa promosse con la parola e con l'esempio il rinnovamento agricolo della montagna.
Cameriere segreto del Sommo Pontefice, Cavaliere della Corona d'Italia, rifuggiva istintivamente dagli onori.
Cordiale, ospitale, benefico, visse interamente per gli altri.
Stretti in lacrime intorno alla sua salma i congiunti e i suoi famigliari, i colleghi e gli amici isime al popolo di Barbarolo invocano al Suo Spirito Benedetto le Celesti retribuzioni. "

La salma di Monsignor Agotoni fu recata al Cimitero di Monte San Giovanni.

 

A Monsignor Adolfo Agostoni successe come parroco il Molto Reverendo Don Ugo Trerè, che vinse il concorso e prese possesso dell'Ufficio di Parroco di Barbarolo in data 11 Febbraio 1926.

Nato a Sasso Morelli nella diocesi di Imola il 1° agosto 1882.
Fu ordinato sacerdote  nell'anno 1907; assegnato come Cappellano alla Parrocchia di Santa Caterina di Strada Maggiore in Bologna vi rimase fino al 1916, anno nel quale fu nominato parroco a Gorgognano, dove poi rimase fino all' 11 febbraio 1926.

A Barbarolo fu Parroco fino al 1956, anno nel quale, per ragioni di salute rinunciò  alla Parrocchia e si ritirò con la sorella Giuseppina a Loiano dove morì il 1° Giugno 1957.

Prima di parlare un pò diffusamente di Don Ugo Trerè è opportuno chiudere con Don Aldo Zanetti dicendo che dopo la morte di Mons. Agostoni rimase a Barbarolo come Cappellano per altri quattro anni, poi fu nominato parroco a Scanello.
Era stato Cappellano a Barbarolo per 35 anni.
Resse quindi la Parrocchia di Scanello per 10 anni.
Nel 1939 morì a seguito di una caduta mortale sul ghiaccio mentre si recava a Quinzano per celebrarvi la Santa Messa.
Aveva 72 anni.

 

Don Trerè venendo a Barbarolo, per assumere l'amministrazione del Beneficio Parrocchiale dovette contrarre grossi prestiti in denaro presso privati ai quali riuscì, gradualmente, a restituire quanto dovuto.

Va ricordato qui che il " Beneficio Parrocchiale"  di Barbarolo consisteva di sette poderi, fra grandi e piccoli, ed erano i seguenti:
"Canova, Pieve Grande, Pieve Piccola, La Villa di Scascoli, Casetta, Burzano, Lughetto; ma la Casetta e il Loghetto erano talmente modesti da assicurare un magro sostentamento.
In più la Casetta era onorata di un "Legato" di 55 messe all'anno per le anime del Purgatorio e Borzano di 9 messe.

Ma l'onere più pesante era dato dai canoni annui da versare ai parroci di varie parrocchie più a due sacerdoti non parroci.
Vedere al riguardo la posizione conservata in Archivio, denominata: "Pensioni Beneficio di Barbarolo". 
Ricopio qui, quanto disposto dal Decreto Arcivescovile in data 11 Marzo 1926.

" - Cancelleria: Prot. N°. 2011/1926 Sez. V° Tit. 47 - Giovanni Battista......Cardinale Nasali Rocca....Arcivescovo di Bologna....
In applicazione di quanto è stabilito nella Bolla Pontificia di nomina del M. Rev.do Don Ugo Trerè ad Abate Parroco di Barbarolo e nella lettera dell'Eminentissimo Card. Datario del 26 settembre 1925 N° 345 relativa alla nomina stessa

DECRETIAMO


il Rev.do Don Ugo Trerè Parroco di Barbarolo a partire dal settimo mese dalla data del possesso civile nella sua parrocchia pagherà annualmente, finchè resterà investito di tale suo beneficio, in due rate uguali semestrali posticipate, le seguenti pensioni alle sette persone od enti:
- al Rev. Parroco di Anconella - lire 135
- al Rev. Parroco di Livergnano - "   212,80
- al Rev. Parroco di Maglio -       "   155
- al Rev. Parroco di Pianoro -     "    160
- al Rev. Parroco di Loiano -      "     106,80 ( e queste riconosciute anche dall'autorità civile);

e poi per Bolla Pontificia:
- al Rev.mo Can. Ivo Volta                           lire: 1.800
- al Rev.mo Parroco delle Calvane                 "      500
- al Rev. mo Parroco di Montecalderaro         "      500
- al Rev. mo Parroco di Loiano                      "      393,80
- al Rev. mo Mons. Cemente Baviera             "    1.000
- al Rev. mo Parroco di Passo Segni             "       550
- al Rev. mo Parroco di Rastignano               "       500

Il pagamento dovrà essere fatto direttamente dal Rev. Don ugo Trerè alle persone o enti segnati dai quali sarà rilasciato regolare ricevuta che il Parroco Don Trerè dovrà conservare nella "Posizione":
"Pensione sul Beneficio Parrocchiale" da conservarsi nell'Archivio Parrocchiale.

Bologna 11 Marzo 1926
firmato: G. B. Card. Nasali Rocca
Arcivescovo di Bologna

  - Quanto sopra ho voluto riferire e trascrivere per dimostrare che non tutte le rendite del Beneficio restavano al Parroco, contrariamente all'opinione generale, secondo la quale il Parroco Abate di Barbarolo era una persona molto ricca..

Proviamo a calcolare il valore di quelle pensioni rapportate al valore attuale della lira. * (vedi nota sotto)

Quelle oltre 6.000 lire vanno moltiplicate per circa 1.500 volte, perchè tale è stata la "svalutazione" della lira in tanti anni.
Ricordo che la gente non dava molto alla Chiesa, perchè diceva, che il parroco era ricco e non aveva bisogno dei loro soldi.

Questo fatto mi ha sempre personalmente irritato, per cui, io, venendo Parroco a Barbarolo, chiesi alla Curia ed ottenni che il "Beneficio Parrocchiale" venisse gestito e amministrato dalla Curia stessa.

Questo, mi pare, ha portato effetti pastorali favorevoli: il Parroco non è più considerato un uomo ricco e alla Chiesa la gente dà più facilmente.
Io sono molto grato dell'immenso favore che mi ha fatto.

Ora però, sul Beneficio, non pesano più le pensioni sopra riportate.
Inoltre occorre ricordare che il Beneficio stesso non possiede più i poderi: La Villa di Scascoli, la Casetta, Borzano, il Loghetto.

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* tenere presente che le memorie sono state scritte dal 1980 in poi, quindi i valori indicati di comparazione devono essere considerati in tale data;
adesso che c'è l' Euro i calcoli sono ben diversi.

 

 

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