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segue appunti: - La Maestra elementare - parte 9° e ultima

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( segue appunti di don Giovanni Maurizzi )


La "Maestra "

Chi scrive, non può non ricordare una figura, non dico bella. ma certo fra le più emergenti nella comunità barbarolese del fine ottocento fino agli anni 30 di questo secolo (XIX).

Dico la "Maestra Elementare Rachilde Casaglia" proveniente da Monzuno.

L'unica maestra di Barbarolo in quel periodo, che aveva a sua disposizione alla "Valle di Sopra" un'unica aula (intercomunicante con il suo appartamento) in cui raccoglieva le tre classi elementari. più un'altra classe che si chiamava "complementare", una specie di perfezionamento della terza, che però non aveva nessun effetto giuridico.

Oltre a questo aveva preso l'iniziativa della "Scuola serale" per gli adulti analfabeti, che prima del novecento rappresentavano la stragrande maggioranza della popolazione.

I suoi alunni erano seguiti dalla Maestra anche finiti gli studi; a Lei si rivolgevano per scrive, per consigli un pò tutti.

Era un esempio nella Chiesa, attiva nelle iniziative della Parrocchia, grande coadiutrice per il Catechismo ai bambini e sempre accanto ai poveri e agli ammalati.

Da lei ha imparato a leggere e scrivere mio padre, è andato a scuola mio fratello Giuseppe, che nato 21 anni prima di me, poi gli altri miei fratelli e sorelle.

Io iniziai i miei studi elementari il 1° ottobre 1909.
Il giorno seguente mi ammalai di morbillo e non potei riprendere la scuola che a metà marzo 1910.
Non avrei voluto andare, perchè mi sarei sentito menomato davanti ai miei compagni: andai e cominciai a fare le aste sul quaderno a due righe, e lei, la maestra, mi incoraggiava, con l'amore di una madre davanti a un figlio demoralizzato; ma seppe compiere, con abilità e passione un mezzo miracolo; alla fine dell'anno ci fu l'esame e fui promosso e fui il primo nei voti; io rimasi sbalordito, ma la maestra era esaltante, ed aveva ragione, perchè il merito era tutto suo.

Fu in quegli anni, si sposò con Ettore Dall'Omo, un bell'uomo, non più giovanissimo, molto buono, dal carattere mite, commerciante, particolarmente in legname.
Il commento della popolazione:

"Ettore non si è fermato a guardarla in faccia o anche in tutta la sua costituzione fisica, ma si è innamorato della sua bontà, della sua intelligenza, del suo cuore e del modo con cui sapeva parlare".

E a questo proposito si diceva:
"..se noi potessimo mettere su un placo la nostra maestra, ma dentro a un tino, in modo che non si potesse vedere, ma solo sentire, attirerebbe delle popolazioni intere. "

Nel 1912, nel mese di giugno, pochi giorni prima dell'esame ebbe una figlia "Eleonora".
Venne a sostituirla una sua sorella da Monzuno e il Direttore Didattico presiedè gli esami.

La maestra Rachilde da letto veniva informata in continuità e mandava messaggi alla scolaresca.
Dopo gli scrutini ci fu la proclamazione, subito comunicata alla maestra, che volle che mi conducessero nella sua stanza per rallegrarsi con me.
Andai; con una certa soggezzione: in quella stanza c'erano la Signora Prati, la Signora Frontini dei Casoni che aveva una figlia e molto brava, mia compagna di classe, la Signora Piana di Sabbioni ed altre.

Ma quello che faceva anche un pò innervosire era il fatto che i miei compagni usciti dall'aula si accalcarono davanti alla finestra della stanza e quando la Signora Maestra mi disse:

"Vieni Giovanni, ti voglio dare un bacio, perchè lo meriti ! ", ed io mi avvicinai per ricevere quel bacio, sentivo "ghignare" tutti i miei amici fuori dalla finestra.

Avevo dieci anni quando improvvisamente, in seguito ad una domanda rivoltami da don Aldo, il Cappellano, sentii aprirsi davanti a me una vita nuova :

"Voglio diventare prete "
Ma come ? cosa dovevo fare ?

Ne parlai con i miei genitori e poi con la signora Maestra, che ne fu entusiasta ed elaborò un programmino di preparazione perchè durante l'anno potessi svolgere uno studio di preparazione (4° e 5° elementare), per essere in grado, a Giugno di presentarmi all'esame di commissione alla I° Ginnasiale.

Senza libri: un quaderno ed una penna.
Un'ora al giorno dalle 16 alle 17 andavo nell'aula della scuola e lei là, pronta, ad attendermi e spessissimo vi partecipava Ettore, il suo marito.

Senonchè, proprio in quei mesi attendeva il suo secondo figlio e quando nacque....ci fù vacanza abbastanza lunga, perchè il neonato non sopravvisse e la madre fece fatica a riprendersi e non era ancora completamente ristabilita, quando successe una grave tragedia.

Mentre un giorno mi dava lezione, arrivò in aula la Signora Angiolina, e subito dopo l'Abate Agostoni che invitarono in casa la maestra e pochi minuti dopo sentii gridare e piangere e poi una signora mi venne a dire che potevo andare a casa, perchè il Signor Ettore era morto; mentre assiteva all'abbattimento di un albero, questo si era schiantato e con la cima l'aveva colpito: la morte fu istantanea.

Dalla Valle al Trebbo incontrai mio padre e piangeva (non l'avevo mai visto piangere prima di allora..).
Al Trebbo la gente commentava la notizia ed erano tutti commossi, direi come si trattasse di una propria disgrazia.

I miei esami di ammissione alla 1° Ginnasiale, dati a Bologna nel Collegio S. Giuseppe, andarono benino: fui appena promosso....!
Dopo andai al "Collegio Capanne" dove feci le prime tre classi ginnasiali, poi venni a Bologna al "Seminario degli Apostoli".
Rettore: Monsignor Gallini: santo...e tremendo..!

Naturalmente le vacanze si facevano in famiglia; ma dopo il parroco: l'Abate Monsignor Agostoni, e il Cappellano don Aldo Zanetti, una delle prime visite erano alla Maestra Rachilde Casaglia, a cui portavo il resoconto dell'annata e i saluti di suo fratello: don Ildebrando Casaglia, con cui a Bologna ci si vedeva frequentemente.

 Quindici o venti anni fa l'ho rivista, qui da me a Baricella; aveva già passato e da tempo gli 80 anni.

E' rimasta da me un'intera giornata.........quanti e cari ricordi della "nostra Maestra di Barbarolo ".........

 

 

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